Nel Gemonese tante richieste di persone comuni, non escursionisti abitudinari

Crescono gli interventi del Soccorso Alpino e sempre più, verso la "gente comune". A una media di 12 interventi di recupero in montagna all'anno, nel 2010 la sezione gemonese è intervenuta ben 22 volte, mentre negli ultimi dieci mesi sono già 23 le occasione in cui i soccorritori si sono mossi sugli impervi sentieri di montagna per portare in salvo qualcuno. Di questi 23, 3 erano persone che praticavano sport in montagna, e 6 escursionisti. I restanti 14 sono rappresentati da casi diversi, dall'anziano che si perde nel bosco mentre raccoglie la legna, al bambino allontanatosi distrattamente da casa. «È difficile interpretare questo dato - spiega Simone Marcuzzi, del Soccorso alpino gemonese e vice delegato regionale - sopratutto se confrontato a quello regionale che resta stabile mentre il nostro territorio appare come l'unico in aumento per numero di interventi. Un dato interessante è che quest'anno nessun iscritto Cai ha chiesto aiuto, segno di una buona conoscenza della montagna. Dall'altro lato, se è vero che uno sport come il parapendio 15 anni fa non era così praticato e c'è stato un aumento di pratica sportiva sulle nostre montagne, i numeri sono molto bassi relativamente a quel tipo di soccorsi». Il territorio di competenza del locale Soccorso Alpino va da Forgaria a Cividale e a nord fino al Plauris, escluso Resia, e quest'anno non ha fortunatamente registrato alcun decesso in montagna contro una media di circa due all'anno. «Di certo - spiega ancora Marcuzzi - il fatto che siano spesso persone comuni che si perdono in montagna e chiamano è anche un segnale che forse con il tempo il nostro servizio si è fatto conoscere non solo nei confronti dei grandi frequentatori della montagna, ma anche di persone che ci vanno sporadicamente e tuttavia trovano agevole affidarsi a noi in caso di difficoltà. D'autunno, in questo periodo, spesso registriamo un picco di chiamate dovute ad esempio ai molti amanti della raccolta funghi».

 

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